Data

30 maggio 2022

Circa 200 visitatori hanno votato le sette migliori collezioni graduate 2022 di IED Moda Milano. Scopriamo i selezionati

Luca De Prà, Lorenzo Attanasio, Lorenzo Pezzotta, Cecilia Marcedas Ruppert con Ana Laura Espinosa, Marinela Djurdj, Davide Gabriele, Michelle Furlanetto. Sono gli otto diplomandi IED Moda Milano le cui collezioni di tesi in Fashion Design (sette in totale) si sono distinte tra le 19 proposte alla due giorni IED Avant Défilé 2022, esposizione che da qualche anno l’Istituto Europeo di Design promuove per favorire una prima importante apertura all’esterno dei progetti dei suoi studenti.

Circa 200 visitatori, tra docenti professionisti, rappresentanti di media, aziende ed enti del settore, hanno visitato la speciale fiera del talento creativo ed espresso le proprie preferenze, decretando così le sette collezioni più meritevoli di sfilare al graduate fashion show 2022 di IED Milano: si tratta di Body meets body meets body, evento in programma domenica 19 giugno (Magazzini Generali, ore 21) nel contesto di Milano Moda Uomo.

Oltre ai selezionati, tra i Fashion Designer, Shoes & Accessories Designer e Jewelry Designer partecipanti a IED Avant Défilé 2022 c’erano anche Manfredi Montalto (collezione Il salotto), Susanna Cozzani (MAO-A), Alara Tas (Remove Before Flight), Elisabetta Saponaro (Aritmo), Julia Motta Tourinho (Evolution de légo, revolution, reflexion, reconnection), Vivian Morad (Bones of my being), Veronica Garau (Qualcosa), Victoria Amighetti (Perceptions), Miriam Rocca (Algometa), Desirée Caridad Sarritzu Correa con Roberta Balicco (CHIèCO), Carlotta Martini (ORIGA[ME]), Francesco Bartolomeo D’Alto (Essere). Diplomandi che, esponendo in anteprima le loro collezioni di tesi, si sono dunque già distinti nella conclusione del loro percorso formativo.

I TALENTI SELEZIONATI

Sette collezioni moda uomo, donna o genderless, accomunate da un’ampia ricerca personale e da una comune metodologia progettuale, ma diversissime nell’espressione materica e concettuale della visione dell’individuo, delle sue dinamiche interne, delle sue forme. Eccole.

Luca De Prà – DIVIDIT 

Il sarto modella le forme sul corpo, e ne offre così una visione personale. Ispirandosi a Il visconte dimezzato di Italo Calvino e reinterpretandolo, la collezione mette in evidenza le forme del corpo maschile (ma potrebbe essere parimenti quello femminile), e sottolinea come tali forme possano essere alterate in modo da ottenere una figura idealizzata, che rappresenti la “bellezza”. I capi partono da archetipi dell’abbigliamento classico maschile e dalle relative e specifiche occasioni d’uso (cappotti formali, giacche dal taglio sartoriale e camicie dal collo inamidato) per arrivare a evoluzioni inattese, come gonne e abiti con crinolina: nuove forme elaborate dal taglio del cartamodello che vanno a mettere in evidenza particolari punti del corpo – vita, spalla, collo. Ogni cucitura e dettaglio è studiato per permettere all’abito di essere alterato rimanendo comunque riconoscibile, anche quando i volumi vengono esasperati.

Lorenzo Attanasio – Collateral Beauty

Una costruzione di volumi dinamici, malleabili, indirizzata a creare due dimensioni per l’utilizzatore, una concettuale, l’altra fisica. Sul primo piano c’è l’intento di evidenziare l’innervision, la visione interiore che si estetizza nelle linee, nelle curve che costruiscono un’estetica dinamica, sempre mutevole. Sul secondo piano c’è il concetto di abito casa, con un insieme di costruzioni relaxed fit: l’abito accoglie l’individuo che porta avanti il processo di ricostruzione dell’io; il volume lo fa sentire al sicuro e a proprio agio, proteggendone l’interiorità.

Stampe, lavorazioni, manipolazioni, tessuti garantiscono un’alta performance di utilizzo dei capi, con caratteristiche water repellent, anti goccia, antiabrasione, heat control. Arricchiscono gli outfit elaborazioni manuali con l’utilizzo di polveri naturali, ghiaccio, trame iridescenti, resinature e motivi grafici in pittura acquerello e olio (a richiamare la fluidità interiore) successivamente digitalizzati.

Il progetto guarda al movimento Move to Zero, per uno sviluppo sostenibile legato al 3D e al completo annullamento degli scarti, e prevede una particolare user experience nel metaverso (Phrion), con la creazione di uno show-room digitale in cui sperimentare i capi tramite avatar: il fit che interessa maggiormente potrà essere acquistato in formato Nft, per ricevere poi la copia fisica del capo a casa in meno di 48 ore.

Lorenzo Pezzotta – ATLAS 

Distensione, cristallizzazione e materia sono le parole chiave della collezione, il cui sviluppo verte sulla scelta di fibre dalla spiccata tangibilità: lino, seta e cotone, rielaborate grazie a processi di manipolazione e tinture in capo con pigmenti naturali. Gli outfit assumono di fatto una natura sperimentale e destrutturata andando a trascendere il tempo e definendosi archetipo di libertà. L’intento è quello di offrire un atlante visuale di una condizione intangibile, tradotta in segni semplici e comprensibili nell’immaginario collettivo.  L’osservatore è qui immerso nella condizione stessa e fatto interrogare sullo stato odierno del proprio “Essere”.

Cecilia Marcedas Ruppert e Ana Laura Espinosa – The House is vile

L’amore per la maglieria e per la versatilità della lana vergine in una collezione che diventa ode all’antica pratica artigiana, attraverso la lente distorta delle fantasticherie dark e dell’esagerazione. Per quanto delicata, morbida e malleabile, la maglieria tiene in sé la memoria tangibile di un ciclo di tensioni. Partendo da una fibra animale trasformata in anelli e nodi da una danza manuale, il lavoro a maglia domestico diventa qui una pratica di movimento e allungamento, di deformazione e disgusto. Il corpo diventa una sorta di vaso che mostra una danza macabra di fibre e filati: essi si uniscono e diventano un tutt’uno con chi li indossa, condividendo una malvagia energia testurizzata.

Cosa succede tra il nostro corpo e la nostra mente quando cerchiamo di riconciliare l’esistenza mortale con manifestazioni fisiche e psicologiche che sfidano le idee di “normale” e “naturale”?  L’obiettivo è creare abiti che riflettano il grottesco e il perverso con forme inorganiche, un uso giocoso del colore e rappresentazioni inquietanti del corpo, per danzare con tutto ciò che è orribile.

Marinela Djurdj – Fuori tempo fuori luogo

Il luogo, le tradizioni, la cultura di origine diventano la base su cui costruire una personale contemporaneità. La collezione si ispira all’abito popolare della Romania: i ricami, i volumi, le manipolazioni tradizionali vengono trasportati su una linea di capi per una moderna donna in carriera. La trasposizione si traduce in messaggio di riscatto femminile, quello di una donna proiettata all’indipendenza, che riesce ad affrancarsi da una situazione prettamente popolare e rurale. Lo si nota nei dettagli di ciascun outfit, ricercato nel colore, sofisticato nei ricami artigianali e nelle manipolazioni e passamanerie tono su tono. La modernità dei materiali utilizzati (tessuti tecnici ottenuti da pastiche riciclate) contrasta armoniosamente con i rimandi alla tradizione popolare, viva nei ricami e nelle manipolazioni in filati di maglia.

Davide Gabriele – ZENERATION

Cosa indosserebbero i giovani nati a partire dal ’95? Un’indagine sulla Generazione Z – al contempo attrice e testimone di una ricerca costante e interminabile di autenticità – è il punto di partenza della collezione, che riflette sulla fluidità e sul métissage della realtà contemporanea, in cui valori e certezze consolidate vengono messe in discussione per privilegiare le situazioni di frangia, metamorfosi e confine, a livello fisico, sociale ed estetico.

La proposta di collezione risponde con denimwear di riuso, smontati, rimontati ed elaborati in capo; maglierie da filati naturali di cui si sfrutta l’elasticità per creare forme adattabili a vari tipi di corporatura; voluminosi outerwear tecnici, con materiali innovativi quali l’ultra light nylon e il microripstop termosensibile. Giacche e giubbotti si formano da una serie di pannelli rettangolari modulabili che si muovono attorno al corpo tramite trapuntature, anelli vela e moschettoni, a creare forme ampie e avvolgenti. Come dei bozzoli.

Michelle Furlanetto – Tangibili ricordi

La memoria, l’insegnamento dei nonni sull’arte del rammendo, del riutilizzo e dell’esaltazione del difetto sono il punto di partenza per una collezione di design circolare, sviluppata a partire da capi inutilizzati, tessuti e filati destinati allo scarto.

Protagonista è il concetto di restauro: quello dei beni culturali, di cui le tecniche sul piano grafico si applicano ai capi, tramite l’uso di stampe e manipolazioni; quello tessile, fondamentale nello sviluppo sartoriale poiché posto alla base del processo creativo. Gli outfit si sviluppano a livello cromatico in toni caldi ottenuti tramite un processo di tintura naturale, utilizzando estratti di rape rosse, pigmenti di robbia, mallo di noce, orzo e caffè. Gli accessori seguono lo stesso processo: sono selezionati da capi esistenti e trasformati, grazie all’uso del pirografo, in oggetti che acquistano valore.

 

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