Daniele Lari e la sua esperienza nella fotografia e nel design

Data

06 luglio 2020

Daniele Lari ha 30 anni e vive a Certaldo, piccolà città immersa nel ‘profumo valdelsano’ e, dopo aver frequentato il Master in Graphic Design – Focus on New media, si sta dedicando come freelance a progetti che si ramificano su più fronti e materie: dalla fotografia, la sua prima vera passione, spaziando dal mondo del design a quello della grafica sino a quello dell’animazione e del branding.

 

Ciao Daniele, cosa ti ha spinto a scegliere IED e cosa ti ha lasciato questo percorso di studi?

La scelta è stata frutto di una vera e propria decisione cercata e voluta. Avendo un background composto da materie scientifico-umanistiche, ho sentito la necessità di dare spazio per la prima volta a quelle che fino a quel momento erano state solo passioni portate avanti da autodidatta. L’esperienza in IED per me è iniziata il giorno dell’Open Day, in cui ho scoperto una realtà totalmente diversa. L’opportunità di vivere un’esperienza determinata a obliare la vicinanza da casa e respirare un’aria internazionale con persone in grado di portarsi dietro il loro mondo, ha sicuramente fatto la differenza. IED è l’unico percorso in cui si allinea studio e orientamento pratico al mondo del lavoro, offrendo docenti che si svestono di tutte le loro uniformi simboliche per trasmetterti ideali e stimoli che trascendono i meri contenuti dei corsi. La professionalità del corpo docenti, unita alla costruzione didattica in cui ogni corso è propedeutico all’altro, sensibilizza la crescita personale offrendo un’esperienza unica che si pone come obiettivo di indurti a lasciare l’uniforme da studente per incoraggiarti a vestire soft e hard skill utili al panorama lavorativo. Per uscire dalla comfort zone sarà necessario fare molti sacrifici tanto che i tuoi colleghi saranno in poco tempo compagni e amici fondamentali, e le dinamiche di gruppo renderanno il percorso straordinario.


Che tipo di percorso professionale stai intraprendendo?

La maggior parte del mio tempo è rivolto alla fotografia, già prima di approdare in IED avevo collaborato con artisti del settore occupandomi della parte comunicativa, con la stesura di storie che riuscissero a materializzare il concept interpretativo celato dietro alla realizzazione finale; poi mi sono appassionato tanto che oggi lo definisco come uno dei miei canali comunicativi preferiti. Un’altra parte del mio lavoro è dedicata al design: lo spettro applicativo di quest’ultimo rende la sua realtà quasi impalpabile dati gli sconfinati campi raggiungibili, ma se si considerano le sua posizione di legame tra arte e utilità si compone di un linguaggio comune in grado di rendere le varie sfere applicative comunicanti. Grafica, Animazione, UI/UX, 3D sono tutti terreni che sto cercando di portare avanti in modo parallelo perché molte volte le richieste sovvertono un punto in cui le varie discipline si incontrano. Ultimamente grazie alla collaborazione di altre scuole sto costruendo dei percorsi di studi formativi relativi al branding con un focus particolare sul Managing dei Social Network.


Qual è la caratteristica che è più necessaria oggi nel mondo del lavoro?

Curiosità e ostinazione. Capitalismo e globalizzazione hanno cambiato il lavoro in modo sostanziale, tanto che curiosità e flessibilità sono competenze trasversali e qualità che ti permettono di mantenere un buon equilibrio, malgrado la continua alterazione di un sistema instabile. L’evoluzione assottiglia sempre di più il confine tra realtà fisica e virtuale e il mercato reagisce in base anche a quello che è più fruibile e determinante, perciò secondo me tutto sta nel riuscire a saper ricoprire più ruoli cercando di proteggere la propria identità per una sua continua maturazione.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Devo dire che come non riesco a inquadrarmi in una categoria precisa adesso, non sono nemmeno così sicuro di avere un immagine precisa del mio futuro. Pensando che, prima di iscrivermi a Psicologia, ero convinto di voler diventare psicoterapeuta e invece mi sono specializzato in neuro-scienze e poi ho fatto anche filosofia, non mi fido molto di quello che vorrei fare adesso, tanto di come riuscire a trovare il giusto canale per esprimermi. Durante il mio percorso ho avuto molti momenti di difficoltà legati all’ansia e al panico, ma credo che siano state proprio queste fasi transitorie a permettere di distaccarmi da quegli obiettivi imposti, dall’educazione e dal contesto, e poi resi fondamentali dal nostro Io Critico, alienandomi per capire che non è importante la realizzazione personale quanto il percorso e le persone con cui l’hai condiviso. Perciò il mio futuro lo vedo pieno di collaborazioni da cui imparare e in caso poter trasmettere anche qualcosa di mio.

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