Data

22 aprile 2024

11 studenti e studentesse delle sedi di Roma e Milano si sono interrogati sul tema "Materia Futura", focus dell'edizione 2024 del progetto di Cosmopolitan. Ecco i risultati, in mostra a Casa Emergency nei giorni scorsi durante la Design Week.

Ancora una volta, Cosmopolitan esplora le prospettive della Generazione Z con una chiamata alla creatività e un focus sulle forme che il futuro si avvia a prendere, secondo lo sguardo dei più giovani. IED non poteva che rispondere: 10 le opere di visual arts che parlano di paure, proiezioini, speranze, sogni, disillusioni, necessità di adattamento, proposte da 11 giovani designer delle sedi IED di Roma e Milano, composite per contenuti e linguaggi espressivi impiegati. Sono state in mostra per CosmoIAm a Casa Emergency durante la Milano Design Week in un evento che ha visto una madrina d’eccezione, la cantante Levante.

LE OPERE SUL TEMA MATERIA FUTURA

Il video Where Are We? di Federico Bassani (Graphic Design, Roma) esprime il senso di di incertezza personale sul futuro: la paura di una genitorialità persa, di una carriera troncata, di una salute messa alla prova, rappresentata come le macerie di un palazzo bombardato in cui si distinguono oggetti di vita quotidiana. Giada Casu (alias Casu Arson, Illustrazione, Roma), valorizza nostalgicamente nel video Relative Future i vecchi filmati di famiglia, chiedendosi quali saranno i momenti teneri del futuro. Giulio Giuseppe Di Gregorio e Veneranda Lamberti (Fashion Stylist, Milano) riflettono con ironia, in Casi umani, sull'incomunicabilità e sull'ostentazione di personaggi, quelli che vorremmo essere o sembrare, nel momento in cui si cerca una relazione.

Adattamento è la parola chiave di due opere. Maria Caterina Galli (Illustrazione, Milano) nell'artwork Fish Market prova a dare una visione positiva ed allo stesso tempo cruda del futuro della specie umana, in una innaturale ambientazione subacqua, come conseguenza del riscaldamento globale: qui, però, l'uomo è intento a compiere azioni di tutti i giorni, che simboleggiao il potere di adattamento ad ogni condizione. Davide Giacomasso (Fashion Stylist, Milano) riflette in Metamorphosis (nell'immagine principale), anche attraverspo l'uso dell'AI, sull'impatto tecnologico e sulla costante necessità di aggiungere innovazione su innovazione nella vita di oggi, con il rischio di causare un mutamento tanto profondo da impattare la configurazione del DNA biologico del paesaggio naturale che ci circonda. L’unica via di fuga è, per il designer, imparare a convivere con le aspettative future, prevedendo le necessità ed evidenziando lo spirito di adattamento utile a sostenere la metamorfosi.

Mattia Lavacca (Graphic Design, Roma), esplora in Echo of Desolation i problemi con cui il Pianeta Terra si sta interfacciando, esprimento sotto forma di eruzione vulcanica la sua ribellione. Mirko Ostuni (Fotografia, Roma) rappresenta, nei dittici fotografici quasi astratti di Nothing ever happened, gli amori idella vita attuale, in cui il digitale è mezzo sia di contatto e conoscenza sia di fine delle relezioni, mettendo il focus sulle sensazioni provate in prima persona.

Nell'artwork Words we carry di Sofia Quadrivi (Graphic Design, Milano), attraverso un intricato intreccio di fili di metallo emerge una figura enigmatica, simbolo della Gen Z e del senso di prigionia che avverte nei confronti del futuro. Ogni filo riflette un timore, una preoccupazione o una sfida, formando un'immagine poderosa di una gioventù connessa ma intrappolata, in cerca di emancipazione e cambiamento. Gaia Trappolini (CG Animation, Roma) porta in chiave umoristica, nel corto animato Memory Reboot, il legame (che passa attraverso la corrente elettrica) tra un uomo anziano e un androide dalle fattezze giovanili, che sta prelevando le ultime memorie del primo - morente in ospedale - come fosse un hard disk.

Infine, nell'opera CracksCamilla Zanetti (Fashion Stylist, IED Milano) vede il futuro come un vaso vuoto da riempire di storie e fatiche, ma segnato dalle crepe delle diseguaglianze e ingiustizie esistenti, che suonano proprio come uno scricchiolio: il suono che accompagna il nascere di una crepa. La fenditura, allargandosi, separa in modo netto ma sottile due parti, che non torneranno a combaciare se non per opera dell’uomo: il vaso non è rotto, le crepe (con uno sforzo collettivo) possono rimarginarsi.

 

 

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