Anno accademico

2021-2022

Da oggetti fascinosi ma brutali, carichi di potere primitivo, i coltelli di Carola Porporato si trasformano in lame ingannevoli

L’essere umano subisce il fascino delle lame fin dalla preistoria. Esse sono oggetto di potere, denotano l’appartenenza ad una determinata classe sociale o caratterizzano una precisa professione.

La brutalità, lo spargimento di sangue, persino la ricerca di dolore sono aspetti “primitivi” intrinsechi nella natura dell’essere umano e trovano tutti corrispondenza nella figura del coltello.

Il progetto di Carola Porporato vuole dare forza a tutti gli aspetti affascinanti che caratterizzano questo oggetto, ma vuole essere anche una riflessione sui rischi che si porta dietro. Sulla base di questa ricerca, la studentessa ha progettato una serie di coltelli caratterizzati da lame che non sono funzionali, che non tagliano. Ogni oggetto è inefficace nel momento in cui viene impugnato. Complice di questo “gioco”, anche il materiale scelto, il poliuretano, a prima vista solido e compatto, ma estremamente leggero e innocuo una volta che si passa al tatto.