Anno accademico

2022-23

Un'occasione unica per gli studenti, quella di lavorare all'identità visiva di un nuovo vino: un prodotto pensato per il mercato internazionale, con l'obiettivo di portare nel mondo l'eccellenza del territorio locale.

Il Progetto Speciale, nato dalla partnership tra IED e Audarya, è stato sviluppato da un team di 6 studenti dei corsi triennali in Media Design e Product Design, che, suddivisi in 3 gruppi di lavoro multidisciplinari, hanno ideato un concept relativo alla veste grafica e al packaging dell’ultimo vino rilasciato dalla cantina Audarya.

Il brief
La richiesta di Audarya è stata quella di ideare un’immagine coordinata che funga da biglietto da visita per un vino pensato prevalentemente per un mercato internazionale e un pubblico ristretto, con alto potere d’acquisto; un prodotto di nicchia destinato a dei canali di vendita settoriali.

Il progetto
I tre gruppi di lavoro hanno sviluppato e presentato all’azienda altrettante proposte progettuali, ispirate alla cultura e alle radici del nostro territorio e agli ideali che da sempre contraddistinguono la produzione vitivinicola di Audarya.

Nobilitadi, progetto di Andrea Pittalis e Alessandro Berretta, si sviluppa a partire dal significato del termine che dà il nome all’azienda: Audarya, in sanscrito "nobiltà d'animo". Il progetto pone l’accento sui valori e sull'etica aziendale: la nobiltà d'animo guida la produzione di vini legati al territorio
e la coltivazione di vitigni autoctoni.

Audarya, a cura di Carlo Virdis e Matthias Melis, nasce dallo studio delle radici della nostra isola e della cultura dei popoli Nuragici e Shardana, fautori di simboli e segni che possono essere ricondotti a una possibile prima forma di scrittura comune a tutto il pianeta.
L’interpretazione delle incisioni e dei segni prodotti da queste civiltà, dà origine alla grafica dell’etichetta, sviluppata in due versioni: la prima raffigura il simbolo utilizzato per identificare la figura del cavallo, associato a caratteristiche come la forza, la libertà, la velocità e l'audacia, esso richiama simbolicamente elementi universali e di vasta portata, rappresentando l'unione tra diverse culture e tradizioni linguistiche; la seconda rappresenta la danzatrice attorno al fuoco, un simbolo che richiama la natura universale dell'arte, della comunicazione e dell'espressione umana.

Kiobu, sviluppato da Nicola Marongiu e Federico Spiga, trova come punto di partenza l’osservazione del sistema utilizzato dagli Inca per conservare le informazioni, così unico e preciso da non rendere necessario lo sviluppo della scrittura. Questo sistema, noto come “Khipu” (=nodo), si basava su un artefatto tessile composto da nodi e cordicelle, e veniva utilizzato per tenere traccia di tutto ciò che era importante per l’impero.
Da queste premesse nasce “Kiobu”: (=nodo, groviglio, intreccio) in sardo.
Un enigmatico codice moderno nato tra le antiche botti della cantina Audarya, rappresenta il tessuto invisibile che lega l'azienda al cliente. 
La grafica del vino “Kiobu” si serve del nuovo linguaggio segreto di Audarya, ispirato alle corde intrecciate con nodi del sistema Khipu.
Questo segni creano un pattern visivo che può essere interpretato grazie a una legenda consultabile tramite QR Code.

E' Kiobu è il nome scelto dall’azienda per il nuovo vino rilasciato sul mercato, e lo studio grafico e del packaging sviluppato dagli studenti costituisce il punto di partenza per l’immagine coordinata ad esso correlata.

Il progetto è stato realizzato con il supporto dei tutor Alessandro CortesMatteo Congiu, rispettivamente per la parte di grafica e di packaging.