Ispirandosi al metodo postmodernista "dell'anarchia metodologica", applicata da Alessandro Mendini nella Poltrona Proust, Giulia Ares rilegge il Barocco con uno sguardo contemporaneo accostando sperimentazioni sugli smalti UV e meccanismi della gioielleria settecentesca a geometrie complesse nella sua collezione di gioiello.
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