Benvenuti alla IED Alumni Experience Hollywood sul Tevere! Italo Marseglia, designer, imprenditore e direttore creativo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è pronto a portarvi nei più famosi atelier romani e a farvi vivere il sogno hollywoodiano degli anni d'oro di Cinecittà. Al termine della visita, intorno alle 16.00, saremo lieti di offrirvi un aperitivo da gustare insieme.

Meeting point: Via Margutta 51 - 1.45 pm 

Di seguito trovate tutti i dettagli del tour. 

L'evento è riservato agli Alumni che si sono pre-registrati in precedenza. 

 

  • VIA MARGUTTA
  • FONDAZIONE SORELLE FONTANA
  • FONTANA DI TREVI
  • PIAZZA BARBERINI
  • VIA VITTORIO VENETO
  • ATELIER FERDINANDA GATTINONI

VIA MARGUTTA

Via Margutta è la nota via dell’arte di Roma a pochi passi dal Pincio, resa celebre negli anni cinquanta dal film “Roman Holiday”. 

Via Margutta 51” dice Gregory Peck al tassista nel film e proprio qui, nella via del centro culla di pittori e consacrata all’arte figurativa, si girò una delle pellicole passate alla storia del cinema. Una delle soffitte presenti nelle piccole case del ‘500 ospitò Audrey Hepburn e tra il cortile, le scale e il balconcino Gregory Peck si innamorò della principessa Anna. 

VACANZE ROMANE 

Vacanze romane (Roman Holiday) è un film del 1953 diretto da William Wyler. 

Costumi di Edith Head.

Curiosità: La trama fu ispirata dalla vera storia d'amore della principessa Margaret d'Inghilterra, sorella della regina Elisabetta II ed il colonnello della RAF ed eroe di guerra, Peter Townsend. In realtà due anni prima dell'uscita del film, la principessa britannica era scappata in Italia per una vacanza in anonimato. 

FONDAZIONE SORELLE FONTANA

La Maison fondata a Roma nel 1943 dalle tre sorelle: Zoe, Micol e Giovanna. 

 

Con le sue bellezze mozzafiato Roma divenne il palcoscenico ideale di matrimoni hollywoodiani, come quello celebrato il 27 gennaio 1949 nella basilica di Santa Francesca Romana tra Tyrone Power e Linda Christian. In virtù della notorietà dello sposo, il vestito della Christian firmato dalle Sorelle Fontana rimbalzò su riviste e cinegiornali facendo il giro del mondo e rendendo famose le sue artefici. 

Le foto dell'abito, costato 700.000 lire, appaiono in esclusiva sulla rivista Life e per l'atelier è la consacrazione di una celebrità destinata a durare per un ventennio.

La risonanza di questo evento mediatico internazionale contribuirà ad aprire la strada alle sorelle Fontana verso il mercato del cinema, soprattutto quello americano di Hollywood. Anche Maria Pia di Savoia, in occasione del suo matrimonio, si vestirà dalle Fontana. 

La Maison venne fondata a Roma nel 1943 dalle tre sorelle: Zoe, Micol e Giovanna. 

FONTANA DI TREVI

La scena della fontana di Trevi con la Ekberg e Mastroianni è divenuta una scena simbolo del cinema del XX secolo.

La dolce vita è un film del 1960 diretto e co-sceneggiato da Federico Fellini, considerato uno dei capolavori di Fellini e tra i più celebri film della storia del cinema. Rappresenta un viaggio all'interno della dolce vita romana alla fine degli anni cinquanta che vede come protagonista Marcello Mastroianni.

Marcello, reporter mondano, viene incaricato di seguire l'attrice Sylvia (Anita Ekberg), famosa stella del cinema americano, attesa a Roma. Portatala in un locale frequentato da turisti stranieri, inizia a farle delle avances. Un po’ su di giri, Sylvia inizia a passeggiare per le vie di Roma seguita da Marcello, e quando vede la fontana di Trevi entra in acqua vestita (con un abito realizzato da Fernanda Gattinoni), accennando una danza. Marcello, dopo un attimo di esitazione, la segue nella fontana, anche lui con i vestiti addosso, dichiarandole il suo amore. 

 Curiosità: Durante le riprese della celebre scena nella fontana di Trevi, Anita Ekberg afferma di non aver avuto problemi a restare bagnata per ore, mentre Mastroianni, d'accordo con Fellini, si premunì indossando una muta da sub sotto lo smoking e riscaldandosi con una bottiglia di vodka prima di girare.

In un suo articolo la BBC afferma che la scena fu girata una sera di marzo, sebbene l'attrice Anita Ekberg affermi in un'intervista che la scena fu girata in gennaio. 

 L'abito in velluto nero a sirena realizzato per lei dall'atelier di Fernanda Gattinoni, che abbracciava le sue forme statuarie e l'ha resa personificazione immortale del glamour del cinema di quegli anni.

PIAZZA BARBERINI

Inizia la nostra salita verso via Vittorio Veneto: emblema della “Dolce Vita” e del glamour del jet-set che movimentava Roma negli anni della Hollywood sul Tevere.

Piazza Barberini fa parte del quel panorama emblematico che rese Roma una meta da sogno negli anni del dopoguerra. La piazza è situata nella sella tra il colle Quirinale e gli Horti Sallustiani prendendo il nome da palazzo Barberini (il cui ingresso odierno è su via delle 4 fontane). Al centro della piazza è posta la Fontana del Tritone realizzata da Gian Lorenzo Bernininel 1643 su commissione del papa Urbano VIII Barberini. È in travertino e presenta, tra le code dei quattro delfini che sorreggono il tritone, due stemmi dei Barberini. All'angolo con via Veneto si trova la Fontana delle Api, l'insetto simbolo dei Barberini.

La fontana del Tritone, interamente scolpita in travertino, è composta da una vasca collocata al livello del suolo, sopra la quale sono collocati quattro delfini dalla bocca aperta che emergono dallo specchio d'acqua. Questi ultimi, volgendo le proprie code e intrecciandole, reggono una grande conchiglia aperta, al centro della quale si erge imponente il dio marino Tritone. Il Tritone, con un tronco eretto e le gambe coperte di squame, reclina la testa all'indietro nell'atto di soffiare in una grossa conchiglia a forma di cono retta con le braccia. In ogni caso, dalla buccina (o conchiglia tortile) retta da Tritone fuoriesce un copioso zampillo d'acqua che, sgocciolando dalle scanalature della conchiglia, infine nella piscina sottostante. Tra le code dei delfini sono intrecciati due stemmi papali con le tre api, simbolo araldico della famiglia Barberini.

VIA VITTORIO VENETO

Via Vittorio Veneto: emblema della “Dolce Vita” e del glamour del jet-set che movimentava Roma negli anni della Hollywood sul Tevere. 

Via Vittorio Veneto, comunemente chiamata via Veneto, è una strada del centro storico di Roma che da piazza Barberini conduce in salita alla Porta Pinciana.  

La strada deve la sua fama soprattutto per essere stata al centro del periodo della Dolce Vita, grazie alla presenza di numerosi caffè (ad esempio l'Harry's Bar) ed alberghi frequentati da attori, cantanti e altre celebrità, oltre che giornalisti e fotografi (o paparazzi). La sua fama venne sancita definitivamente attraverso il film di Federico Fellini La dolce vita, che tuttavia ricostruì fedelmente la strada nel Teatro 5 di Cinecittà per le riprese.  

Con il termine dolce vita ci si riferisce al periodo storico dell'Italia repubblicana compreso tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta, e in modo particolare alle tendenze emerse in quel periodo nella città di Roma, vera e propria capitale della "dolce vita": fulcro della vita mondana fu via Veneto che, per la presenza degli hotel più lussuosi e dei locali aperti fino all'alba, divenne il punto di raccolta di tutti i nottambuli.

Curiosità: A Cinecittà si girano soprattutto produzioni cinematografiche americane, sia per i costi più bassi rispetto ad Hollywood, sia per la legge italiana che non consentiva l'esportazione all'estero dei guadagni degli incassi dei film spingendo le principali case produttrici cinematografiche statunitensi a reinvestirli nella produzione in Italia per poi distribuire i film in tutto il mondo. Ma a Roma confluiscono non solo produttori e maestranze del cinema, attori e registi affermati, ma anche aspiranti attori e attrici, avventurieri e intellettuali, artisti e aristocratici, tutti alla ricerca del successo.

 

ATELIER FERNANDA GATTINONI

Il connubio tra moda e cinema inizia proprio grazie ad uno dei nomi della sartoria Romana.

Il connubio tra moda e cinema inizia proprio grazie ad uno dei nomi della sartoria Romana. Maria De Matteis, costumista italiana, nel 1956 per gli abiti di scena del film “Guerra e Pace” (di King Vidor) con Audrey Hepburn, si affida proprio a Fernanda Gattinoni per la realizzazione dei costumi in stile impero segnando l’inizio di quello che sarà uno dei connubi più floridi della storia: tra moda e ars recitandi