In collaborazione con RFI, il Fashion Show di IED Cagliari nella stazione ferroviaria della città, per la prima volta sede di un evento di moda.
Data
10 luglio 2025
In collaborazione con RFI, il Fashion Show di IED Cagliari nella stazione ferroviaria della città, per la prima volta sede di un evento di moda.
La Stazione ferroviaria di piazza Matteotti si apre ai giovani creativi di IED Cagliari per una serata speciale in collaborazione Rete Ferroviaria Italiana (RFI).
Giovedì 17 luglio alle ore 19:30, in un contesto inedito e straordinario come la stazione ferroviaria di Cagliari, sfileranno 23 collezioni, frutto di un lungo lavoro progettuale e di ricerca sui linguaggi contemporanei del corpo, dei materiali, delle forme.
14 le collezioni del corso di Fashion Design di IED Cagliari, ma in passerella sfileranno anche alcuni capi provenienti dalle collezioni di studentesse e studenti delle sedi IED di Milano, Firenze, Roma, Torino, Barcellona, Madrid, Bilbao, San Paolo e Rio De Janeiro. Un'occasione per sfilare tutti insieme nella cornice della stazione ferroviaria di Cagliari.
In passerella le riflessioni sul presente e sul futuro, con un tema che ricorre in molte delle collezioni: il viaggio. Inteso come spostamento geografico o interiore, come passaggio, tappa, partenza o ritorno.
La Waiting Room intesa come spazio fisico e temporale, un luogo di attesa e partenza attraversato ogni giorno da giovani carichi di sogni e desideri. Una metafora potente che trova nella stazione il suo scenario naturale: crocevia di vite e traiettorie, di storie che si incrociano, punto d’arrivo e di ripartenza per generazioni di studenti pendolari.
Un evento realizzato in collaborazione con RFI, un’occasione per celebrare il talento dei giovani designer, ma anche un invito a rileggere i luoghi della città come spazi vivi, condivisi, aperti alla creatività.
LE COLLEZIONI
Rachele Manconi - Mi(e)rror
Un tributo alla scoperta di se stessi, in un mondo che richiede di essere performanti e perfetti. L’occhio simbolo dell’inconscio è un puzzle di tessuti, su capi che spaziano tra forme scultoree e fluide; texture materiche tra pelle, lana, gabardina e texture trasparenti come il voile.
Anna Serra - Serendipity
Un percorso di crescita, consapevolezza e accettazione dei propri errori. Una collezione in cui in ogni capo l’errore diventa un tratto distintivo, destrutturando la sartoria maschile pur rispettandone i canoni come punto di forza.
Martina Serra - Ramé
Ramé è il disordine durante la creazione, è l’atto creativo, è amore per esso. Si traduce in una collezione caratterizzata da sbiechi, paramonture, cinture e cordini che danno vita ai capi insieme ad una palette terra contrastata dal verde e l’azzurro.
Kim Culurgioni - Bear in Mind
Un’indagine, una presa di coscienza, una rivendicazione di complessità. Una collezione che racconta, attraverso forme e tessuti, di un uomo chiuso in se stesso, ingabbiato all’interno di un etichetta che gli sta stretta e allo stesso tempo della sua dolorosa e necessaria liberazione.
Cinzia Dessi - Nexus
Il filo rosso, simbolo di destino e legame invisibile, guida la collezione Nexus: un incontro tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione.
Nicola Demontis - Resilience
Il cambiamento climatico impone alla moda soluzioni innovative: la collezione proposta risponde con capi modulari e multifunzionali, adattabili a condizioni variabili. Tessuti tecnici, dettagli smart e design trasformabile uniscono estetica e funzione per affrontare un mondo in evoluzione.
Beatrice Campus - Chrysalis
Una riflessione sul tema della trasformazione del corpo femminile come processo identitario e corporeo. Attraverso un percorso visivo e concettuale, la collezione traduce nei vari capi un viaggio fatto di tre tappe: introspezione, metamorfosi, rinascita.
Flavia Chessa - Act Otherwise
Una collezione Co-Ed, no season, che unisce l’identità fluida dei giovani e l’estetica militare riletta in chiave critica. Ispirata all’ACT Therap (Acceptance and Commitment Therapy), celebra la vulnerabilità come forza, trasformando moda e materiali in un atto politico di rinascita e affermazione personale.
Chiara Pani - Unmeitsugi
Un progetto che narra la trasformazione emotiva attraverso due simboli giapponesi: il ilo rosso, metafora della crisi interiore, e il kintsugi, simbolo della rinascita. La collezione diventa così un invito a rileggere il disagio come risorsa e la vulnerabilità come forza.
Miranda Careddu Panu - Ayla
Una collezione che nasce dalla necessità di raccontare, tramite la moda, un’esperienza intima di rinascita. Come in un rito di ricostruzione, l’abito aiuta a ricucire le fratture, a ricostruire un’identità.
Maria Atzori - Kalèidos
Kalèidos racconta la storia di una persona intrappolata in un loop mentale, dove emozioni e pensieri si ripetono. Attraverso tessuti leggeri e pesanti, simbolo di fragilità e oppressione, la collezione rappresenta un percorso emotivo verso la consapevolezza e la riscoperta di sé.
Michela Pinna - Alea
ALEA racconta la bellezza dell’imprevedibilità della vita. Attraverso intrecci, nodi e lavorazioni artigianali, la collezione esprime un’esistenza non lineare ma preziosa, dove ogni inciampo diventa possibilità di trasformazione e ogni frammento parte di un disegno più grande.
Beatrice Maria Valentina Meloni - Saudade
Una collezione ispirata a un concetto identitario della cultura portoghese, la Saudade, della quale vuole esprimere tutti gli aspetti più noti, ma anche quelli più nascosti e contraddittori. Un concetto che non evoca solo sensazioni negative, ma anche speranza, bellezza, poesia.
Daniele Farris - Odos
Una collezione ispirata alla Divina Commedia. Rappresenta un viaggio interiore che attraversa Inferno, Purgatorio e Paradiso, usando il denim come simbolo di trasformazione. Ogni look racconta una fase dell’anima: smarrimento, consapevolezza e rinascita.
Laura Calabrò - Forget Me Not - IED Milano
Un invito a guardare con occhi nuovi ciò che di solito ci appare invisibile. Una collezione che nasce dal desiderio di raccontare quell'intimità nascosta che permea le giornate delle persone, esplorando la routine e le abitudini quotidiane.
Eugenio Cauteruccio - Overlay - IED Torino
Overlay racconta il continuo bilanciamento tra il bisogno di difendersi e il desiderio di essere visti. Da qui prende forma un linguaggio visivo fatto di strati, tagli, sovrapposizioni, in cui ogni elemento racconta un frammento di identità nascosta.
Sara Rossini – Disrutptive – IED Firenze
La collezione Disruptive nasce dall’urgenza di scardinare schemi prestabiliti che influenzano la percezione e l’interpretazione della realtà, proponendo una rivoluzione sia concettuale che pratica attraverso la destrutturazione di capi classici e la loro reinterpretazione.
Daniele Dargenio – Naturgewalt - IED Roma
Un progetto che nasce per raccontare il rapporto tra l'uomo e una natura più grande e più forte di lui. Il risultato è una colleione di capi dall'aspetto "grezzo",sia nelle forme che nella texture.
Roberto Niutta – Aracnofobia - Accademia Aldo Galli di Como
Una collezione concepita a partire dall'immagine del ragno, visto come ostacolo che prevale sulla ragione. Da qui i tessuti 3D che riprendono le ragnatele, l'impermeabilità e il mimetismo caratteristici del ragno e infine la ricercatezza della fluidità nei movimenti che richiamano il veleno.
Natalia Arroyas - Fragment - IED Madrid
Fragment è una riflessione su ciò che esiste, su ciò che viene reinventato, trasformato. Esplora la rottura delle strutture per scoprire nuovi significati e sfidare ciò che è consolidato. Fragment abbraccia il cambiamento e la sperimentazione, introducendo dettagli che permettono a ogni capo di entrare in dialogo con chi lo indossa.
María Bernabeu Sánchez - IED Barcelona
Una collezione che parte da atmosfere dark con un tocco streetwear con i modelli ampi, ma con dettagli unici, mescolati a un altro lato rock più dark. Questo concetto è applicato nella collezione, con l'enfasi sulla pelle in tutti i look, a rappresentare quest'estetica di forza e oscurità.
Amaia Aguirre - Am I Dreaming? – IED Bilbao
Una collezione che esplora la dialettica tra comfort e disagio nel campo del fashion design, approfondendo la nozione di comfort non solo da un punto di vista funzionale, ma anche come stile in sé, plasmato da fattori emotivi e sociali. Il disagio viene studiato come simbolo di protezione e resistenza, con particolare attenzione al suo ruolo nella costruzione dell'identità umana.
Biatriz Stumbo – Rebento – IED Brasile
Ispirata alle parole di Gilberto Gil, *Rebento* è una collezione che
trasforma lo scartato in nuovo, il dimenticato in unico. Ogni pezzo nasce
dall’upcycling ed è pensato per reinventarsi. Un invito a immaginare nuovi modi di vivere, vestire e appartenere.