La progettazione digitale sta cambiando rapidamente. Le interfacce non sono più solo schermi e pulsanti: diventano ambienti intelligenti e connessi dove ci si aspetta comfort, personalizzazione e una relazione fluida tra mondo digitale e fisico. Il mercato chiede innovazione più rapida, sostenibile e centrata sull’esperienza, spingendo l’Interaction Design a un ruolo strategico che unisce bisogni delle persone, tecnologie emergenti e contesti reali.
Come illustrato nel talk "Design meets Tech: crafting tomorrow’s experiences" da Andrea Pinchi, Coordinatore del biennio specialistico in Interaction Design di IED Torino, l’interfaccia grafica utente ha reso i computer comprensibili con metafore come "scrivania" e "cartelle"; il touch ha riportato naturalezza grazie a gesti intuitivi; il linguaggio naturale ha abbassato ulteriormente la soglia di accesso. Ma questa semplicità non basta per tutto: quando servono spazio visivo, struttura, colori e tempo - mappe, tabelle e timeline restano strumenti decisivi per chiarezza e controllo.
Nuovi strumenti per l’Interaction Design
Le metodologie tradizionali da sole non bastano: occorre integrare fisico e digitale per esperienze multimodali più complete, orchestrando con coerenza l'interfaccia grafica utente, touch, voce, gesture e linguaggio naturale. L’interfaccia è un canale di scambio tra persona e sistema, un dialogo a due vie che offre feedback e talvolta anticipa i bisogni.
Dal concept all’esperienza: progettare intenzioni e connessioni
Con le interfacce a linguaggio naturale si passa a specificare il risultato desiderato, non la procedura. Servono obiettivi chiari, vincoli espliciti e contesto definito per evitare muri di testo e incoerenze. All’orizzonte emergono ecosistemi di agenti capaci di decidere ed eseguire azioni, anche nel mondo fisico grazie alla robotica: il ruolo umano si sposta verso supervisione, orchestrazione e responsabilità..
I robot domestici mostrano come un agente si muove in spazi abitati; l’industria offre pratiche mature di interazione uomo-robot; l’animazione insegna a rendere leggibili stati ed emozioni attraverso il movimento; gesture e interazioni sensibili al contesto affiancano voce e testo con segnali immediati.
Formazione e visione in IED Torino
Nel biennio in Interaction Design di IED Torino, coordinato da Andrea Pinchi e Alice Mela, questi principi diventano laboratori e prototipi che uniscono fisico e digitale. La progettazione multimodale integra interfaccia grafica utente, touch, voce, gesture e agenti per servizi inclusivi, efficaci e sostenibili, riducendo il carico cognitivo e migliorando la qualità della vita.
Immaginare l’esperienza come valore umano
L’Interaction Design del futuro non riguarda solo l’usabilità: parla di connessione, esperienza e integrazione tra immaginazione e realtà. Progettare oggi significa mettere le persone al centro e costruire interfacce visibili quando servono, invisibili quando aiutano davvero.
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