Negli ultimi anni la Retail Experience ha vissuto una sorprendente evoluzione: lo store fisico è divenuto per antonomasia il luogo dove poter vivere esperienze immersive e coinvolgenti.
Data
14 febbraio 2023
Negli ultimi anni la Retail Experience ha vissuto una sorprendente evoluzione: lo store fisico è divenuto per antonomasia il luogo dove poter vivere esperienze immersive e coinvolgenti.
Abbiamo quindi intervistato Simona Marzoli, Interior Designer e Stylist e coordinatrice del corso di Formazione Continua di IED Milano in Retail Experience Design per capire come ha iniziato a lavorare in questo settore e quale secondo lei sarà il futuro della retail experience.
Qual è stato il percorso professionale che ti ha permesso di lavorare nel mondo del retail?
Dopo essermi formata in Architettura d’Interni in IED, ho subito iniziato a lavorare nel settore dell’Interior, soprattutto nel mondo dell’exhibition, disegnando stand, mostre, fiere e spazi pubblici per l’azienda Zanotta. Sempre con loro, ho cominciato a muovermi anche nel mondo del retail, aprendo il primo monomarca a Milano. E l’aver già lavorato molti anni nel mondo dell’exhibition, mi ha permesso di applicare determinate competenze anche nel mondo del retail.
La Retail Experience è un concetto nato solamente negli ultimi anni o c’è stato un lento sviluppo?
II primo store rivoluzionario in termini di experience è stato, nel 2000, il building di Prada a New York: dal camerino i clienti avevano accesso a una serie di informazioni dettagliate, quali la taglia, vedere i potenziali abbinamenti o la possibilità di specchiarsi a 360°.
Inoltre, grazie a particolari tecnologie, i vestiti potevano girare all’interno dello store: non era il consumatore ad andare verso il prodotto, ma era il prodotto a muoversi verso di lui.
Quale sarà secondo te la possibile evoluzione della Retail Experience?
Lo store sarà sempre meno uno spazio fisico e sempre più inteso e percepito come spazio esperienziale: non deve più essere necessariamente chiuso all’interno delle quattro mura, ma potrà essere anche per strada, attraverso i mezzi tecnologici oggi a nostra disposizione che permettono di realizzare un’evoluzione virtuale dello spazio.
Lo store del futuro potrà quindi essere più piccolo ma più carico di esperienza, diventerà più una scenografia che non uno spazio adibito alla vendita. Probabilmente l’acquisto online con il tempo sostituirà quasi completamente quello fisico, cambiando il rapporto con lo store e l’aspettativa rispetto ad esso: se prima si desiderava entrare in negozio per portare via qualcosa di concreto e materico, da adesso si andrà in negozio per vivere un’esperienza che non è possibile trovare online.
Sicuramente però non mancheranno, in piccola parte, anche gli store nostalgici, negozi statici alla vecchia maniera, ancora piuttosto autoreferenziali e focalizzati soprattutto sul prodotto di artigianato.
Quindi coesisteranno sia il consumatore proiettato verso il voler sperimentare un’esperienza inconsistente, come quella del metaverso, sia quello aggrappato al desiderio di percepire un feeling materico.
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