Data

09 maggio 2025

Abbiamo avuto il piacere di ospitare Simone Murtas per un seminario sulle nuove forme di Arte Multimediale, all'interno del corso triennale di Media Design.
Simone da anni opera nell’ambito della tecnologia applicata alle arti multimediali. 
Ha una formazione da perito informatico e un lungo percorso professionale nel settore IT e della comunicazione digitale, ma poi ha deciso di dedicarsi alla creazione di installazioni interattive, videomapping, performance teatrali multimediali per la cultura e lo spettacolo.
Oggi lavora con lo studio AM Artist di cui è cofondatore, e l'associazione culturale Lab Vega.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci meglio il suo lavoro e il contesto professionale in cui opera.

Simone, qual è il contesto professionale in cui operi e quali sono le possibili applicazioni di questo mestiere nel contesto regionale della Sardegna?
Opero in un contesto ibrido tra arte, tecnologia e formazione. Collaboro con teatri, musei, festival, scuole e aziende sia in ambito regionale che internazionale. In Sardegna, questo tipo di mestiere trova applicazione nei progetti culturali legati alla valorizzazione del patrimonio (musei interattivi, installazioni site-specific, eventi artistici), nell’educazione (laboratori multimediali per studenti e bambini), e in ambiti emergenti come le creative industries. C'è un potenziale enorme nella contaminazione tra tradizione e innovazione tecnologica, in particolare nei linguaggi del teatro, della musica e dell'interazione digitale.
Spesso sottovalutiamo le potenzialità della nostra regione: in Sardegna ci sono realtà riconosciute a livello internazionale come, ad esempio, il Kyber Teatro col quale collaboro, che da 12 anni organizza il Festival Internazionele "Le Meraviglie del possibile" e opera nel settore del Teatro e delle Nuove Tecnologie.

Di recente hai tenuto un seminario all'interno del corso triennale in Media Design di IED Cagliari: ce lo racconti? 
Con gli studenti di Media Design abbiamo fatto un'analisi delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie in abito artistico, dello spettacolo e dei grandi eventi. Abbiamo poi introdotto l’uso del software TouchDesigner come strumento per la creazione di ambienti interattivi e performance multimediali. L’obiettivo principale era fornire una panoramica delle possibilità espressive offerte dalle nuove tecnologie, stimolando la sperimentazione creativa attraverso la pratica e cercare di fornire, più che delle semplici istruzioni sull'uso del software, un metodo di analisi e di lavoro.
I ragazzi hanno avuto modo di esplorare come un approccio tecnico possa diventare parte integrante della progettazione artistica. Il focus è stato sulla costruzione di narrazioni visive interattive che integrano sensori, video in tempo reale e audio reattivo.

Quali consigli daresti a chi vuole fare il tuo stesso mestiere?
1.Studia e sperimenta senza paura: impara i linguaggi di programmazione ma anche quelli artistici. Il confine tra tecnico e creativo oggi è sottile, spesso inesistente.
Non fermarti mai a quello che già esiste e che fanno gli altri: se nessuno ha fatto una determinata cosa non significa che sia impossibile, forse sei tu il primo ad averci pensato.
2. Cerca collaborazioni e contaminazioni: lavora con persone diverse da te. Architetti, attori, musicisti, ingegneri: ogni progetto cresce con la molteplicità degli sguardi. Specialmente all'inizio è importante farsi conoscere, ma non svendere mai il tuo lavoro; scegli cosa fare anche in base al contesto e a ciò che ti piace.
3. Sii curioso e mantieniti aggiornato: le tecnologie cambiano velocemente. Frequenta le community e stringi collaborazioni e amicizie, partecipa a festival, resta aperto alle novità e agli strumenti emergenti. Ogni nuova competenza può diventare una leva creativa.

Grazie, Simone Murtas, per questi preziosi consigli!

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