Data

21 novembre 2022

La post produzione di una foto è una fase imprescindibile per creare immagini che trasmettano la propria interpretazione della realtà e le proprie emozioni.

Tutto ciò è fondamentale anche nella food photography e ne abbiamo parlato con Serena Serrani e Francesca Brambilla dello studio Brambilla & Serrani, docenti del nuovo corso di Formazione Continua di IED Milano in Food Photography. 

Al giorno d’oggi molti pensano che per fare Food Photography basti postare l’immagine di un piatto sui social, è davvero così semplice?
Quando si parla di Food Photography in prevalenza si pensa allo still life, soprattutto perché i social network inducono la maggior parte di noi a pubblicare qualsiasi cosa si assaggi, anche come dimostrazione di un’esperienza Lifestyle. Sicuramente è una parte importante dato che la nostra clientela è molto attiva sui social, ma la Food Photography è costituita da cinque macro aree:

  • Still life

  • Reportage

  • Ritratto

  • ADV

  • Interni

Dietro la Food Photography non vi è solo il piatto da fotografare, ma un intero mondo, una cultura, una società che si muove. 

Quanto nel vostro lavoro è necessaria la fase di post produzione?
La post produzione è una parte fondamentale della costruzione dell’immagine ed è una fase non distinta dallo scatto fotografico. 

Si deve partire sempre dalla progettualità: quando si inizia a scattare bisogna aver in mente in maniera precisa e puntuale il percorso che si andrà a sviluppare. Si decide di scattare in una determinata maniera perché si sa quale obiettivo o traguardo si vuole raggiungere, perciò il percorso deve essere lineare, secondo il nostro modo di interpretare l’immagine. 

Realizzare una post produzione non equivale a stravolgere la foto, perché significherebbe aver sbagliato la progettazione iniziale. La post produzione è dunque l’atto finale di un processo creativo ben studiato, un’elaborazione del file digitale per rendere l’immagine come i nostri occhi la vedono e per migliorare dal punto di vista emotivo quello che la macchina non può dare. 

Molti temono che sia un lavoro noioso e ripetitivo, ma la fase creativa di un’immagine per noi è quella più interessante perché bisogna studiare e capire cosa si vuole comunicare proprio per evitare di ripetere le stesse cose. Questo rende il lavoro una fonte inesauribile di creatività e possibilità.

Durante il corso in Food Photography, cercheremo di far sviluppare nei partecipanti una coscienza visiva dell’immagine, in modo da conoscere sin da subito quello che si vuole realizzare: la consapevolezza della progettazione iniziale è quello che discerne l’amatore dal professionista. 

Scopri qui i contenuti del corso in partenza a febbraio!

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