Data

28 maggio 2025

Piero è un giovane Art Director con una visione chiara: utilizzare la creatività come leva per comunicare messaggi autentici e coinvolgenti.

Dopo aver completato il triennio in Design della Comunicazione di IED Roma, ha iniziato un percorso professionale che lo ha portato a lavorare su campagne pubblicitarie per brand di rilievo, con uno sguardo sempre attento all’impatto sociale del suo lavoro.

Dalle idee più audaci alle soluzioni visive di forte impatto, Piero ci racconta in questa intervista come affronta le sfide del settore, il valore dell’insight creativo e l’importanza di credere fino in fondo nelle proprie intuizioni.

 

Piero, cosa fai oggi e di cosa ti occupi concretamente?

Attualmente lavoro come Art Director e mi occupo dello sviluppo delle campagne pubblicitarie in tutte le loro fasi: dall’ideazione del concept alla realizzazione dell’intero impianto visivo.
Il mio compito è tradurre le idee in immagini e linguaggi che parlino in modo diretto ed efficace al pubblico. Uno dei progetti più significativi che ho curato recentemente è The Screening Banana, una campagna realizzata per Bennet in collaborazione con la Fondazione Veronesi. L’obiettivo era sensibilizzare il pubblico, in modo creativo e accessibile, sulla prevenzione del melanoma. È un lavoro che sento particolarmente mio, sia per il tema trattato che per l’originalità dell’output creativo.

 

Quali sfide hai incontrato nel passaggio da IED alla pratica professionale e come le hai superate?

Il passaggio dall’ambiente accademico a quello professionale non è semplice: ci si ritrova a dover rispettare tempistiche serrate, affrontare pressioni diverse e mantenere al contempo alta la qualità delle idee. Nel lavoro reale serve una grande capacità di adattamento, ma anche di negoziazione creativa: trovare un equilibrio tra la propria visione e le esigenze del cliente è fondamentale. Per affrontare queste sfide, ho imparato a essere flessibile, ad ascoltare con attenzione e a valorizzare il feedback come occasione di crescita. La perseveranza è stata fondamentale, così come la capacità di trovare stimoli anche nei contesti più complessi.

 

Secondo te, quali sono gli ingredienti chiave di una strategia di comunicazione non convenzionale di successo?

Una strategia non convenzionale funziona davvero quando riesce a sorprendere, a coinvolgere emotivamente e a creare una relazione con il pubblico. Creatività, empatia e pertinenza culturale sono essenziali. Serve qualcosa che rompa gli schemi, ma che allo stesso tempo parli in modo autentico e rilevante. Campagne come The Screening Banana o Hungry for Culture, sempre per Bennet, nascono da insight semplici ma forti, che diventano il motore di messaggi potenti.
Ad ispirarmi sono state anche campagne internazionali come The Drop Store di Publicis Netherlands e The Whopper Detour di Burger King con FCB New York: esempi perfetti di come un’idea coraggiosa possa lasciare il segno.

 

Quali consigli daresti agli studenti attuali che aspirano a una carriera nella Comunicazione?

Non mollate mai. Anche quando sembra che le idee non vengano ascoltate, continuate a crederci.
Cercate sempre il significato più profondo nelle cose: le migliori campagne nascono da insight autentici. Difendete le vostre intuizioni, siate curiosi, aggiornatevi costantemente e soprattutto divertitevi. Nel nostro lavoro la passione è un ingrediente imprescindibile, è ciò che trasforma una buona idea in un progetto memorabile.

 

Dall’osservazione della realtà alla ricerca di linguaggi sempre nuovi, Piero Baccaro dimostra che la comunicazione è uno strumento potente, capace di generare cambiamento. Il suo percorso, tra formazione e mondo del lavoro, è la prova che pensare fuori dagli schemi non è solo un’attitudine, ma anche una competenza che si può coltivare.

Per chi desidera intraprendere una carriera nel mondo della comunicazione, il Master in Comunicazione. Strategie non convenzionali di IED Roma rappresenta un’opportunità per formarsi e affrontare con passione e competenza le sfide del settore.

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