Progettare il futuro: il design come cura e inclusione
Data
30 aprile 2025
Progettare il futuro: il design come cura e inclusione
Fregüj è una fanzine indipendente nata durante The Glitch Camp, l’iniziativa che, in occasione della Design Week, ha trasformato Milano in un punto di ritrovo per giovani creativi da tutto il mondo. I partecipanti hanno soggiornato in un campeggio urbano temporaneo, vivendo la città tra eventi, incontri e scoperte.
Il nome, Fregüj, riprende il dialetto milanese e significa "briciole": un nome scelto per evidenziare la relazione con il pane, che in quest’edizione del Glitch Camp è il riflesso di un significato simbolico di inclusività, condivisione, cultura globale.
I contenuti della fanzine, alla cui realizzazione hanno partecipato gli studenti e le studentesse dei corsi Master of Arts di IED Milano sono costituiti da interviste, segnalazione degli eventi della Design Week, reportage dal FuoriSalone, calendario degli eventi e molto altro. L’ultima pagina ha accolto la riproduzione di annunci pubblicitari vintage, selezionati per il particolare valore grafico, storico o narrativo da cui emerge la distintività del design made in Italy.
Sfogliando le prime copie di Fregüj troviamo le interviste ad Angela Rui e Linda Di Pietro.
Angela Rui è curatrice e ricercatrice di design con sede a Milano. Ex designer, giornalista e PhD in Exhibition Design, attualmente è Head of MA Programs per IED Milano.
Durante l’intervista, Angela Rui, ci invita a riflettere sulla formazione dei giovani designer.
progetti come Glitch Camp dimostrano che un cambiamento reale, fuori e dentro le scuole di design, è possibile: affrontando problemi reali, come la mancanza di alloggi e l'aumento dei costi, progettando situazioni (tipiche di un evento temporaneo come il Salone del mobile) che rispondono alle necessità del presente. In tempi di crisi globale come quello che stiamo vivendo, è importante credere che se il mondo è stato progettato una volta, può essere riprogettato, seguendo logiche sistemiche e riparative. Il concetto stesso di “bene comune” va oltre il concetto di beni materiali, includendo le interazioni sociali e culturali: il “comune” si costruisce attraverso atti quotidiani di cura: per le persone, l'ambiente e le altre specie. Questo significa che una scuola può innescare meccanismi di ripensamento dello spazio collettivo, condiviso, così come progettare forme di collaborazione e di condivisione delle risorse: piccole azioni che portano a trasformazioni più grandi, perché nulla si ottiene da soli, senza empatia e inclusione.
Linda Di Pietro è manager culturale e art director. Attualmente è direttrice del programma artistico e culturale presso BASE Milano. Un’intervista che porta i lettori a riflettere sulla relazione tra gli esseri umani, e tra gli esseri umani e le altre intelligenze. Il design è quindi un approccio, una posizione che applichiamo alle relazioni, e i designer oggi devono avere la capacità di vedere attraverso le relazioni per poi trasformarle, sia in metodi, processi e in modi per attivare lo spazio che ci circonda. Il design è quindi una delle tante lenti attraverso cui guardare il mondo in modo diverso.