Data

05 maggio 2023

È la dea più sanguinaria dell’antico Egitto. Una leonessa divoratrice, portatrice di guerre ed epidemie.

Se spogliata dalla sua furia, però, cambia veste e si trasforma in dea benevola, che riconduce all’ordine e cura da piaghe e malattie. Il suo nome è Sekhmet, ed è stata la divinità ispiratrice di ventitré studenti IED Roma che, con il supporto del Reparto Antichità Egizie e del Vicino Oriente dei Musei Vaticani, hanno raccontato i diversi volti che assume la dea femminile, in un progetto di tesi interdisciplinare utilizzando i linguaggi del design, della moda e dell’audiovisivo.

Sotto la guida di otto docenti, le classi hanno realizzato una graphic novel, un progetto espositivo, un videogame, alcune installazioni musicali e una capsule collection. L’obiettivo era quello di provare a valorizzare i contenuti del “Progetto Sekhmet”, la più grande produzione scultorea seriale a soggetto unico nella storia dell'umanità, un lavoro multidisciplinare e internazionale che vede capofila il Reparto Antichità Egizie e del Vicino Oriente dei Musei Vaticani, i cui risultati sono stati presentati giovedì 4 maggio nella Sala Conferenze dei Musei Vaticani. Un’occasione preziosa per introdurre il pubblico non specialista alla complessità, alla peculiarità e agli esiti del lavoro che ha preso avvio nel 2017 a seguito del restauro di undici statue esemplari di statue Sekhmet conservate nel Museo Gregoriano Egizio e incentrate sulla materializzazione terrestre della temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna.

Ai saluti istituzionali del Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta è seguito l’intervento della Responsabile del progetto Alessia Amenta, che ha lasciato la parola al restauratore Emiliano Ricchi per gli aspetti tecnici legati alla realizzazione del lavoro. L’evento ha dato spazio al progetto realizzato dall’Istituto Europeo di Design attraverso le parole di Gianfranco Bombaci, coordinatore della scuola di Design IED Roma.

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